La relazione è terapeutica se è trasparente

La relazione terapeutica

Spesso pensiamo che gli psicoterapeuti siano “onniscienti”, il che può far sentire ai clienti che non è permesso esprimere la propria insoddisfazione riguardo alla terapia o del terapeuta.

Come in ogni relazione interpersonale la relazione terapeutica, quella tra pazienti e psicoterapeuti non è immune da equivoci. Quando si crea un’incomprensione, è importante affrontarla in mdo esplicito, ciò può aiutare i clienti a determinare se l’alleanza terapeutica si è instaurata e si può consolidare.

La mia specializzazione nell’Approccio centrato sulla Persona mi ha insegnato ad assumere un atteggiamento di apertura e curiosità verso le persone che mi rivolgono una richiesta di aiuto.

Im vent’anni di esperienza professionale, ho sempre invitato le persone fin dall’inizio del percorso terapeutico, a sentirsi libere di esprimere qualsiasi dubbio o perplessità relativi al mio modo di entrare in relazione con loro.

A volte chiedo esplicitamente al mio cliente durante la seduta: “ti senti giudicato da me?” oppure “ti senti compreso?”. In altre parole, cerco di far arrivare il messaggio che è legittimo condividere le proprie opinioni su quanto accade durante la seduta.

Inevitabilmente, qualsiasi psicoterapeuta orienta la sua attenzione su alcuni aspetti dell’esperienza del paziente, trascurandone altri. Pertanto ricevere questo feedback da parte del cliente consente di rimodulare la propria percezione e valorizzare l’efficacia del percorso terapeutico. D’altronde l’unico esperto del proprio vissuto è proprio il cliente!

L’alleanza terapeutica

Numerosi studi scientifici hanno scoperto che fornire feedback è utile sia al cliente che al terapeuta. Simile alla chimica delle relazioni, una solida alleanza terapeutica include apertura, fiducia e collaborazione e, secondo l’American Psychological Association , è essenziale per raggiungere gli obiettivi del percorso terapeutico. 

Indipendentemente dal tipo di terapia che si riceve, è questa connessione – il fondamento da cui nasce la speranza – che fa la differenza in termini di efficacia del processo di cambiamento.

Nel loro libro del 2015, “Premature conclusion in psychotherapy: strategies to engage clients and improve results”(“Conclusione prematura in psicoterapia: strategie per coinvolgere i clienti e migliorare i risultati”), gli psicologi J. K. Swift e R.Greenberg sottolineano che aspettative irrealistiche sul percorso terapeutico, difficoltà a confrontarsi con il terapeuta e paura di affrontare esperienze dolorose, possono indurre i pazienti a interrompere prematuramente la terapia.

In effetti, la ricerca scinetifica in questo ambito suggerisce che il 20% dei pazienti che ricevono cure per la salute mentale interromperà la terapia troppo presto, spesso senza dirne il motivo ai terapeuti.

Come fare?

Se ti stai chiedondo come dare feedback al tuo terapeuti, ecco alcuni suggerimenti.

Dal parlare troppo o non abbastanza oppure etichettare erroneamente i sentimenti, offrire consigli non richiesti, i terapeuti possono involontariamente deludere i loro pazienti in vari modi. 

Quando ciò accade, affronta l’argomento dicendo: “Mi piacerebbe parlare su come mi sento durante la seduta”, o “I tuoi consigli non sono utili – ecco perché”, sono due modi per iniziare la conversazione.

Spesso è difficile per i pazienti essere precisi riguardo alle loro preoccupazioni quando si presentano argomenti delicati. Quindi può essere necessario partire proprio dalla difficoltà ad esprimere il proprio disagio, ma che esso nasce da qualcosa che è accaduto durante la seduta.

Sarà compito dello specialista creare le condizioni favorevoli per facilitare tale condivisione, legittimando la possbilità di esprimere il proprio vissuto senza preoccuparsi di urtare la suscettibilità del terapeuta.

In uno studio del 2016 , i ricercatori hanno scoperto che il 73% dei pazienti in psicoterapia aveva mentito sulla loro esperienza terapeutica.

 Le bugie più comuni includevano fingere di essere d’accordo con i suggerimenti del terapeuta, fingendo di trovare un trattamento utile e mascherando la loro opinione sulla relazione terapeutica.

In psicoterapia, queste “bugie bianche” possono portare all’interruzione delle sedute perché i bisogni del paziente non vengono soddisfatti. Questo è il motivo per cui è cruciale per i clienti discutere di eventuali sentimenti negativi che vivono durante la terapia.

Forse il terapeuta è risultato giudicante, ha iniziato la sessione in ritardo o non ha reso esplicite le caratteristiche del setting terapeutico. Qualunque sia l’errore del terapeuta, i pazienti possono essere diretti affermando perché sono arrabbiati o delusi.

Tuttavia prima di condividere i propri dubbi, i pazienti possono sentire il bisogno di dire qualcosa di positivo, per proteggere i sentimenti del terapeuta. Ma mentre gli psicologi sono addestrati a cercare il benessere dei loro clienti, i pazienti non devono preoccuparsi di questo aspetto.

Se un paziente si sente ferito dalle parole del terapeuta, va bene dire: “Sono ferito da quello che hai detto e vorrei parlarne con te”. 

Il terapeuta dovrebbe essere ricettivo al feedback. Le risposte positive ed empatiche possono includere scusarsi per l’incomprensione, suggerire modi per migliorare la terapia, nonché esplorare com’è parlare per il paziente e lodare il suo coraggio nell’aver scelto di farlo.

Ma non tutti i terapeuti rispondono al feedback in modo professionale. Alcuni possono etichettare il comportamento del paziente come “resistente” o collegare erroneamente i reclami del paziente a problemi psicologici irrisolti. Inoltre, gli specialisti che diventano difensivi, arrabbiati o giudicantii quando ricevono feedback dei pazienti possono fare più male che bene. In questi casi, è meglio che i pazienti trovino un terapeuta diverso.

Una volta che i reclami sono stati espressi, ci sono le condizioni favorevoli per una possibile soluzione, che può essere ispirata dal tipo di trattamento.

I terapisti che vedono la relazione terapeutica come un punto focale del trattamento, noto come terapia centrata sul cliente, vedono il feedback come un’opportunità per rafforzare l’alleanza paziente-terapeuta.

Per fare ciò, riconoscono la delusione, la rabbia e la frustrazione del paziente. Curiosi di sapere come la terapia è andata fuori rotta, questi terapeuti invitano anche i loro pazienti ad esplorare queste sensazioni. Poiché la reazione emotiva di una persona può offrire indizi sulla natura della sua sofferenza, i terapeuti centrati sul cliente potrebbero anche sondare se i sentimenti negativi del paziente hanno radici nelle esperienze precedenti.

Quasi sempre nella relazione terapeutica il cliente mette in atto lo stesso stile di attaccamento che ha sviluppato all’interno della relazione con le figure di riferimento e, proprio per questo, che il percorso terapeutico offre l’opportunità di un’esperienza emozionale correttiva che “guarisce” la ferita emotiva pregressa.

 Per ridurre l’ansia di eventuali future incomprensioni, solitamente io dico ai miei clienti: “Se faccio o dico qualcosa che ti mette a disagio, è importante che tu me lo faccia sapere”.

I pazienti devono sentire che i loro bisogni sono stati soddisfatti e che vale la pena continuare il percoro terapeutico con uno specialista che considera il loro benessere una priorità.

Dopo aver stabilito una collaborazione aperta in cui il feedback è benvenuto, il confronto sulla soluzione concordata consente di mantenere la “giusta rotta” del percorso terapeutico.

Da parte del cliente, espressioni come “Mi piacerebbe rivisitare i miei progressi tra un paio di settimane” o “Posso farti sapere se mi sentirò frainteso in futuro?” sono utili domande e promemoria.

La guarigione del dolore emotivo di un paziente non è sempre semplice, il che significa che i pazienti possono sentirsi ambivalenti riguardo alla psicoterapia o diventare ansiosi quando condividono dettagli su abusi infantili, dolore, depressione grave o problemi di intimità.

Mentre numerosi interventi psicologici possono insegnare ai pazienti come modificare i loro comportamenti e affrontare le loro paure, i riscontri forniti dalla ricerca scientifica sui fattori di efficacia in psicoterapia,indicano che è la relazione terapeutica che è curativa.

Ciò che il feedback offre è un’opportunità per una più profonda intimità con il proprio terapeuta. Quando ciò accade, i pazienti possono sentirsi visti e ascoltati, il che può rappresentare un punto di svolta nel trattamento e nella vita.

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